Confindustria Sardegna esprime sollievo per la proroga della normativa Decontribuzione Sud fino al 31 dicembre 2024: un importante risultato per le imprese del Mezzogiorno e sarde in particolare.
Un provvedimento che Confindustria Sardegna ha fortemente sollecitato, in raccordo con Confindustria nazionale, assolutamente necessario per compensare le note diseconomie strutturali che gravano sulla competitività delle imprese del sud e che ancora maggiormente si avvertono nella nostra regione condizionata dall’insularità e dalla perifericità. L’esonero della contribuzione previdenziale del 30%, seppure ora limitata ai soli dipendenti a carico al 30 giugno corrente, è una indubbia boccata d’ossigeno e di fiducia per tutto il mondo produttivo del sud Italia, impegnato a fronteggiare la sfida del PNRR da un lato e dall’altro a superare gli effetti delle crisi pandemiche, energetiche e belliche.
Considerato però che la durata originariamente prevista per la misura era il 2029, questi sei mesi di proroga dovranno essere dedicati a riprogrammare un nuovo strumento di incentivazione di carattere strutturale per le nostre imprese meridionali ed insulari, con un orizzonte di tre/cinque anni che consenta la programmazione dei budget e la pianificazione degli investimenti.
Ciò consentirebbe di incoraggiare anche in Sardegna la riconferma dell’impegno a produrre in contesti territoriali critici peraltro fortemente condizionati dalle carenze amministrative e infrastrutturali, a partire dai deficit energetici e dei trasporti. Occorre infatti rilanciare filiere, propensione all’innovazione ed esportazioni, trattenendo giovani e talenti a partire dalle zone interne, anche per contrastare la gravissima crisi demografica.
Queste misure devono ovviamente raccordarsi alla strategia della ZES Unica, ai provvedimenti della Transizione 5.0, alle politiche equilibrate sulla sostenibilità energetica ed ambientale, alla tempestiva e mirata spendita dei fondi del PNRR ed alla programmazione europea di competenza della nostra Regione Sardegna, con una particolare attenzione al comparto industriale e manifatturiero su cui la nostra isola sconta un preoccupante arretramento.