CONGIUNTURA FLASH - NOVEMBRE 2024


CONGIUNTURA FLASH - NOVEMBRE 2024

15/11/2024

Ripartenza debole. Il PIL italiano si è fermato nel 3° trimestre, risentendo del calo nell’industria compensato dalla crescita nei servizi. Nel 4° l’economia è stimata in lieve ripartenza, trainata dal terziario e con il taglio dei tassi che può iniziare ad agevolare consumi e investimenti. Resta negativo l’export a causa della debolezza dell’Eurozona e dell’incerto scenario globale.

Tassi in calo. La FED a novembre ha deciso il secondo taglio dei tassi USA (di -0,25, a 4,75%), dopo il primo a settembre. La BCE ha già tagliato tre volte i tassi europei (sempre di -0,25, a 3,25%). Entrambe si riuniscono a metà dicembre per l’ultima seduta 2024: i mercati si aspettano un altro quarto di punto di tagli nelle due aree, oltre che il proseguire dell’allentamento nel 2025 (di un ulteriore punto la BCE).

Ancora alta l’inflazione nell’Eurozona. A ottobre nell’Eurozona è al +2,0%, sulla soglia BCE: l’energia è ancora in ribasso (-4,6% annuo), gli alimentari in rialzo (+2,9%), tra i prezzi core (+2,7%) quelli dei servizi sono caldi (+3,9%), quelli dei beni industriali freddi (+0,5%). In Italia gli andamenti sono analoghi, ma più moderati (+0,1% gli industriali): il risultato è un’inflazione un punto più bassa: +0,9% totale, +1,7% core.

Gas più caro, petrolio meno. A ottobre-novembre il prezzo del gas in Europa è arrivato a 40 euro/mwh, un balzo del +57% dai 26 euro di febbraio: ciò agisce al rialzo sui prezzi dell’elettricità pagati da famiglie e imprese italiane. Viceversa, il prezzo del petrolio è più moderato rispetto ai picchi della prima parte del 2024 (85-90 dollari al barile), continuando ad oscillare tra 74 e 76 dollari da settembre a novembre.

I servizi crescono. Nel 3° trimestre i servizi sono stati l’unico settore in crescita, grazie al turismo straniero (+6,7% annuo la spesa in agosto). Gli ultimi dati sono misti: a settembre RTT (CSC-TeamSystem) indica un moderato recupero del fatturato; in ottobre il PMI è risalito (52,4, da 50,5), segnalando crescita all’inizio del 4°; scende però la fiducia delle imprese, specie nei servizi di trasporto.

Costruzioni in calo. La produzione nel settore edile è scesa in agosto (-1,8%) e dal picco di inizio anno è calata del -4,6%. In termini di fatturato, RTT a settembre indica che il settore tiene. In prospettiva, prevarrà, in negativo, la fine degli incentivi, solo in parte compensata dal sostegno derivante dal PNRR.

Investimenti deboli. I giudizi sulle condizioni per investire sono peggiorati nel 3° trimestre (-7,7 il saldo) e le valutazioni sugli ordini di beni strumentali scese a ottobre (-25), anticipando una dinamica debole di investimenti in impianti-macchinari. Scende il costo del credito per le imprese (-0,69% dai massimi).

Consumi fiacchi. Le indicazioni sono deboli: nel 3° trimestre le vendite di auto sono calate di -6,6% (e di -0,8% in ottobre), quelle di altri beni sono cresciute poco (+0,4%). Inoltre, la fiducia delle famiglie è scesa in ottobre su valori bassi rispetto al 2018-2019, quindi la propensione al risparmio potrebbe restare alta. In positivo agiscono l’inflazione bassa e il costo del credito in calo (-0,28% dal picco).

Export ancora in calo. Nel 3° trimestre l’export italiano si riduce ulteriormente (-0,6% a prezzi costanti), mentre l’import segna una prima debole ripresa (+0,9%) dopo 2 trimestri in contrazione. A ottobre continuano i segnali negativi per l’export dai giudizi sugli ordini esteri: pesa la debolezza dell’Eurozona e della Germania in particolare. Il commercio mondiale, invece, continua a crescere (+0,7% a luglio-agosto sul 2° trimestre), anche se le prospettive sono in leggero peggioramento (48,3 il PMI a ottobre).

Eurozona: bene il PIL, non l’industria. La produzione industriale è in calo in tutta l’Area: nel 3° trimestre in Germania si è avuta una netta contrazione (-1,9%), più che in Italia, ed è arretrata anche la Spagna (-0,4%); in controtendenza la Francia (+0,5%). L’andamento del PIL denota comunque una crescita dell’Area nel 3° (+0,4%), trainata dai servizi: Francia in salute (+0,4%), Spagna (+0,8%) che continua a essere l’economia più vivace, modesto il contributo della Germania (+0,2%) dopo un 2° in calo.

Anche negli USA male l’industria. Il PIL americano è cresciuto di +0,7% nel 3° trimestre, grazie al contributo dei consumi privati (+0,6%) e della spesa pubblica (+0,2%), che hanno compensato la debolezza degli investimenti (+0,1%) e il calo delle esportazioni nette (-0,1%). La produzione industriale, invece, ha chiuso in calo il trimestre (-0,3%); a ottobre, il PMI e l’indice di Chicago (47,4 da 35,4) si confermano su valori recessivi. Dall’esito delle elezioni USA il dollaro si è apprezzato (1,05, da 1,09).

In Cina invece bene industria ed export. Ancora in fase espansiva la manifattura cinese, seppure a ritmi contenuti. La produzione è sostenuta dalla domanda estera: a ottobre l’export segna un +12,7% mensile, la crescita più alta in due anni; l’elezione di Trump potrebbe indurre una forte espansione nei prossimi mesi, per anticipare l’eventuale introduzione di barriere tariffarie dal 2025. Resta invece flebile la domanda interna e prevale delusione per il ritardo nelle politiche di rilancio: il Governo ha annunciato 1.400 miliardi di dollari in 5 anni, ma per lo più destinati a risanare il debito delle autorità locali.
 

In allegato il rapporto completo.

 

 

 

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