LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA SARDEGNA SULLE PRIORITÀ PER IL NUOVO GOVERNO DELLA REGIONE


LE PROPOSTE DI CONFINDUSTRIA SARDEGNA SULLE PRIORITÀ PER IL NUOVO GOVERNO DELLA REGIONE

02/02/2024

Elezioni regionali Sardegna 2024/2029

PER UNO SVILUPPO PARTECIPATIVO

La proposta di un Metodo per i cinque anni di governo della Sardegna

SINTESI PER CONFERENZA STAMPA

UNA REGIONE CHE ASCOLTA LE RAPPRESENTANZE IMPRENDITORIALI

CONFINDUSTRIA SARDEGNA chiede che vi sia finalmente una vera partecipazione degli attori economici nell’intero quinquennio di legislatura. Non può essere sufficiente la delega ed il confronto ristretto al solo momento elettorale, con successivi incontri saltuari e pletorici meramente formali nell’esercizio del mandato. L’esperienza delle ultime legislature regionali ha ampiamente dimostrato come risulti altrimenti notevole la distanza tra i proponimenti degli schieramenti vincitori della competizione elettorale, le aspettative comunque generate ed i risultati poi concretamente conseguiti.

LA RESPONSABILITA’ DI PARTECIPARE

Per partecipare occorre però condividere modalità trasparenti di interpretazione della corretta attività di lobbyng, in particolare delle rappresentanze imprenditoriali, il cui contributo di idee, proposte, segnalazioni e sollecitazioni su temi e problemi, deve essere visto come un valore funzionale ed essenziale per la migliore azione amministrativa a vantaggio complessivo della comunità.

Il METODO

La prima proposta di Confindustria Sardegna per la legislatura 2024/2029 attiene al METODO. Serve l’impegno ad un confronto vero, costante e strutturato, per tutti i prossimi cinque anni - sia sulla strategia complessiva della politica regionale che sulle tematiche specifiche e di comparto, tra il Governo regionale e la rappresentanza delle imprese.

Almeno 4 incontri annuali per ciascun ambito tematico con il Presidente ed i diversi Assessorati.

AVERE UNA VISIONE

Una azione politica e di governo di cinque anni evidentemente non è idonea ad affrontare e risolvere in un arco temporale così ristretto i molteplici problemi, vecchi e nuovi, propri della Sardegna o derivanti dal contesto nazionale ed internazionale. Occorre una visione che non venga ignorata o periodicamente rimessa in discussione, per non depauperare risorse economiche, umane e ambientali sempre più rare.

La Sardegna ha un gravissimo problema di denatalità ed invecchiamento della propria popolazione, connesso alla dispersione ed emigrazione dei pochi giovani, allo spopolamento delle zone interne.

L’autonomia e lo sviluppo della Sardegna passano attraverso un rapporto forte, negoziale, competente e leale con la governance europea e nazionale, priva di velleitarismi o subalternità, mediante una equilibrata lettura del processo di riforma complessiva del federalismo, con riferimento alla nuova interpretazione del regime di specialità della regione, alla declinazione del principio di insularità ed alla assegnazione, ripartizione e spesa delle risorse pubbliche che consentano un reale riequilibrio.

La Sardegna ha bisogno di una forte infrastrutturazione e connessione interna ed esterna, di una nuova legge urbanistica e di governo del territorio, della specializzazione e modernizzazione di agricoltura e agroindustria, di una organica politica di marketing turistico, della valorizzazione del potenziale ambientale e culturale, dell’equilibrio e dell’indipendenza energetica, di una istruzione potente per la crescita delle competenze tecniche e professionali, dell’incremento qualitativo e dimensionale delle imprese.

Le risorse disponibili per lo sviluppo della Sardegna nel quinquennio 2024/2029 tra fondi europei, nazionali e regionali (POR, FESR, FSE, JTF, Fondo Sviluppo e Coesione, PNRR, etc.), sono stimabili in oltre 10 miliardi di euro. Occorre cogliere l’opportunità!

La rigenerazione sociale, per Confindustria Sardegna, dipende dalla rigenerazione economica dell’isola, cioè dalla sua capacità di produrre reddito attraverso l’impresa ed il lavoro, piuttosto che avvilupparsi all’interno di estemporanee logiche assistenziali e redistributive altrimenti votate ad inaridirsi nel medio-breve periodo.

L’IMPORTANZA DELL’INDUSTRIA

L’industria negli ultimi decenni è stata progressivamente rimossa dalle politiche di sviluppo e dal vocabolario politico e mediatico della Sardegna.

Oggi ridotta all’8,7% del PIL Sardegna contro il 12,4% delle altre regioni del mezzogiorno e del 20% dell’Italia.

L’industria è invece fondamentale per generare reddito e professionalità, dando e traendo linfa dall’innovazione e dalla ricerca, creando relazioni sinergiche con i centri di competenza e le università, divenendo elemento di relazione internazionale e attrattore locale di sviluppo e sostenibilità demografica.

Riavviare quindi una moderna politica industriale che nel valorizzare e salvaguardare il patrimonio produttivo esistente favorisca la crescita e l’attrazione di nuove attività ed iniziative.

Per questo dobbiamo promuovere: la costituzione di una specifica Mission per l’Industria, il rilancio di una politica degli incentivi efficace e competitiva, una incisiva efficienza amministrativa, la razionalizzazione delle aree di insediamento produttivo, la salvaguardia della specialità e la positiva esperienza maturata in Sardegna dalla ZES, un affidabile rapporto pubblico/privato, l’investimento in competenze.

SCIOGLIERE I NODI CHE IMPEDISCONO LO SVILUPPO: ENERGIA, TRASPORTI E INFRASTRUTTURE

ENERGIA. Entro i primi mesi del 2026 si deve pervenire alla realizzazione, completamento e operatività della Metanizzazione della Sardegna. Occorre aggiornare il Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEARS), dando priorità alle rinnovabili funzionali alle attività produttive; negoziare la vocazione localizzativa e le compensazioni per le FER; potenziare le reti di trasmissione e distribuzione; valorizzare gli hub dei siti industriali ed il sistema delle imprese dell’indotto; rafforzare le competenze tecniche e governance RAS in materia energetica, promuovere le Comunità Energetiche.

TRASPORTI. La continuità territoriale aerea e marittima, merci e passeggeri, interna ed esterna è la precondizione della sostenibilità e dello sviluppo. Occorre in primo luogo potenziare fortemente la struttura tecnico/ingegneristico/giuridica della Regione di supporto per le tematiche trasportistiche. Ciò è fondamentale per essere all’altezza della complessità dei dossier e della loro trattazione e negoziazione in ambito nazionale ed europeo con le istituzioni governative, oltre che con i players coinvolti (hub portuali e aeroportuali, vettori aerei, armatori, trasportatori, imprese e utenti, etc.) e gli stakeholders interessati.

Il comparto richiede inoltre un Osservatorio statistico trasportistico che raccolga dati di consuntivo e di tendenza per un adeguato monitoraggio ed una efficace programmazione e negoziazione/trattazione dei dossier.

Per quanto attiene ai trasporti marittimi è necessario rivalutare congruità e sostenibilità tariffaria, di frequenza e di qualità di servizio delle principali tratte di collegamento da e per i principali hub portuali, equilibrando tratte in regime di libero mercato e tratte che necessitano di oneri di servizio pubblico, come la reintroduzione trisettimanale della Cagliari/Genova, per rispondere ad esigenze ambientali e di sicurezza.

Interventi specifici anche compensativi vanno negoziati in riferimento alla entrata in vigore della Direttiva per l’inserimento del trasporto marittimo nel sistema per lo scambio delle quote di emissione dell'UE (EU ETS - Emission Trading System) per il trasporto marittimo.

L’accessibilità interna della Sardegna è fortemente condizionata dalle note carenze. Un complesso di dotazioni che pone la Sardegna, secondo uno studio Uniontrasporti di Unioncamere intorno al 50% dell’indice medio infrastrutturale nazionale. Serve un Piano per l’accelerazione realizzazioni e conclusione lavori opere commissariate, in corso e programmate, unitamente alla semplificazione e allo snellimento procedurale evitando ridondanze e duplicazioni.

Per quanto attiene ai sistemi di continuità territoriale aerea, questi appaiono instabili, inadeguati e datati, non idonei per frequenza e costi di collegamento ad offrire quelle condizioni di equità ed affidabilità necessarie, oltre che per i cittadini sardi, per le economie produttive e del turismo. Importante per la competitività l’abolizione della tassa addizionale comunale d’imbarco. Occorre che sul tema vi sia una forte integrazione di risorse compensative nazionale, considerate anche le rilevantissime sproporzioni delle allocazioni pro capite del sistema spagnolo e francese. Per quanto riguarda gli ambiti rimessi al libero mercato ed alle low cost risulta evidente il vantaggio che potrebbe derivarne, oltre che in termini complessivi di efficienza, nei rapporti e nelle interlocuzioni negoziali con i vettori, da una attività sinergica e coordinata tra le diverse strutture aeroportuali della Sardegna. Così come dall’auspicato moderno raccordo stradale e ferroviario tra i tre hub portuali ed aeroportuali.

Di particolare rilievo, anche in riferimento agli sfavorevoli andamenti metereologici, il comparto idrico, nei molteplici profili della programmazione, progettazione e realizzazione delle opere, della loro gestione e manutenzione, della disponibilità, qualità e costi, anche per la competitività delle attività produttive che colpisce trasversalmente tutti i comparti (industriale, turistico, agricolo, allevamenti, etc.).

INDUSTRIA DEL TURISMO

Certamente strategico assegnare una nuova centralità al Turismo nei programmi della Regione con obiettivi in termini di crescita del Pil del settore e di sinergia con altri rilevanti e correlati ambiti (patrimonio culturale, ambiente, artigianato, agricoltura). Fondamentale in tal senso la visione trasversale tra i diversi Assessorati con un massimo raccordo funzionale tra quelli dei Trasporti e del Turismo la cui correlazione è stata fino ad oggi assolutamente insufficiente.

Tra i principali punti di attenzione, oltre ad una imprescindibile accessibilità reale, affidabile, programmabile, ampia e competitiva, la realizzazione dell’Osservatorio del Turismo (non esclusivamente per dati sugli arrivi ma per la misurazione in tempo reale degli effetti delle azioni implementate anche mediante la valorizzazione delle potenzialità digitali), il nuovo approccio sistemico al marketing (per elevare il target – maggiore Pil minore consumo ambientale- e per competere approcciando correttamente i diversi mercati e segmenti di interesse), la coordinata governance territoriale e alfabetizzazione turistica, l’efficace comunicazione, la coerente programmazione e promozione degli eventi, la formazione mirata e qualificata per gli addetti del comparto.

IN ALLEGATO LE SLIDE ED IL REPORT ESTESO DEL POSITION PAPER

 

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